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Tombe e cappelle sono di proprietà? Una guida tra concessioni e scadenze

14.10.2025

In molti si chiedono se le tombe di famiglia o le cappelle private siano davvero di proprietà, ma la risposta è più complessa di quanto sembri. A differenza di un’abitazione o di un terreno, le sepolture non sono beni immobili di proprietà privata, bensì oggetto di concessione da parte del Comune. In altre parole, si tratta di un diritto d’uso, concesso per un periodo di tempo determinato, che permette al concessionario e ai suoi familiari di utilizzare uno spazio cimiteriale.

Il regolamento comunale di polizia mortuaria disciplina la durata e le modalità di rinnovo o decadenza della concessione. Nella maggior parte dei casi, la durata può variare da 30 a 99 anni, ma in alcuni Comuni esistono anche concessioni perpetue, rilasciate in passato e oggi non più previste dalla normativa.

Affidarsi a professionisti esperti, come le onoranze funebri Roma, è spesso la scelta più saggia per gestire correttamente le procedure legate alla tumulazione, all’acquisto o al rinnovo di una concessione, evitando problemi legali o amministrativi che possono sorgere con il passare del tempo.

Concessioni cimiteriali e diritti d’uso

Il diritto di sepoltura nasce da un atto formale di concessione stipulato con il Comune. Questo documento specifica la durata, i soggetti beneficiari e le regole d’utilizzo del sepolcro. Alla scadenza del periodo concesso, il diritto decade e il Comune può disporre del posto, salvo rinnovo da parte degli aventi diritto. È importante sapere che la concessione non può essere venduta o ereditata liberamente come un normale bene patrimoniale: il subentro deve avvenire nel rispetto delle norme previste, e solo tra familiari stretti o soggetti espressamente indicati nel contratto.

Nei casi di cappelle o tombe di famiglia, la manutenzione ordinaria e straordinaria resta a carico dei concessionari. Ciò include la cura del sepolcro, la pulizia e la manutenzione strutturale. Se la cappella o la tomba cade in stato di abbandono, il Comune può dichiararne la decadenza.

Durante un funerale a Roma o in qualsiasi altra città, la destinazione finale del feretro deve essere coerente con le concessioni in vigore. Se il loculo o la tomba di famiglia non sono più utilizzabili, è necessario richiedere una nuova concessione o individuare una diversa sistemazione cimiteriale. Anche per questo motivo è fondamentale tenere sempre aggiornati i documenti e rispettare le scadenze.

Scadenze, rinnovi ed esumazioni

La gestione delle scadenze è un aspetto essenziale del diritto cimiteriale. Alla fine del periodo di concessione, il Comune informa i familiari della necessità di rinnovo o del recupero dei resti. In mancanza di comunicazione o rinnovo, l’amministrazione può procedere all’esumazione o all’estumulazione dei resti, che vengono poi trasferiti in ossari comuni o cellette, a seconda delle disposizioni vigenti. Le procedure possono variare da Comune a Comune, ma in generale prevedono tempi precisi e comunicazioni formali. È buona norma rivolgersi per tempo agli uffici cimiteriali per conoscere la scadenza della concessione e le modalità di rinnovo, così da evitare la perdita del diritto d’uso. Il rinnovo, quando previsto, comporta il pagamento di un canone stabilito dall’amministrazione. In caso contrario, il loculo o la cappella tornano nella piena disponibilità del Comune, che può assegnarli a nuovi richiedenti.

In conclusione, tombe e cappelle non sono beni di proprietà, ma concessioni soggette a regole precise e a scadenze che vanno rispettate. Comprendere questi aspetti è fondamentale per garantire una gestione corretta e rispettosa della memoria dei propri cari, evitando spiacevoli complicazioni amministrative o legali.